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(Ri_letture) – Arthur Golden, Memorie di una geisha

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«Un buon lettore, un gran lettore, un lettore attivo e creativo è un “rilettore”» (Vladimir Nabokov)

Cover_Memorie di una Geisha
Arthur Golden, Memorie di una geisha, 571 pagine, Tea
di Oscar Buonamano

Memorie di una geisha è un romanzo che continua a piacere molto, ha superato il traguardo delle quindici edizioni e veleggia verso le venti ristampe in Italia, ai lettori e alla critica che è sempre stata molto generosa con questo libro. Io lo definire così: Come la vita, Memorie di una geisha, è un viaggio e quando si è in viaggio, il viaggiare è spesso più importante della meta da raggiungere. Ovvero il piacere della lettura supera, in ultima analisi, l’aspettativa di scoprire l’epilogo.
Siamo in Giappone e la vita nelle campagne è dura, spesso al limite della sopravvivenza. Chiyo è una bimba che vive alla periferia dell’impero con la mamma in cattive condizioni di salute e il papà che non riesce a governare la situazione.
«A dir la verità mio padre stava meglio sul mare che in qualunque altro posto e non se ne allontanava mai molto. Sapeva di salmastro anche dopo essersi lavato. Quando non era fuori a pesca, sedeva sul pavimento della nostra buia stanza di soggiorno a rammendare le reti […] Lui faceva ogni cosa con la stessa lentezza […] Il suo volto era cosparso di rughe, in ognuna delle quali lui aveva nascosto questa o quella preoccupazione; perciò in realtà non era più il suo viso, ma assomigliava piuttosto a un albero con nidi di uccello su ogni ramo».

La sua è una famiglia povera che di fronte alle difficoltà non può scegliere, non è in grado di scegliere. Per questa ragione Chiyo viene venduta, insieme alla sorella, e trasferita in un Okiya, la struttura dove si diventa geisha.
«Zietta afferrò Hatsumomo da dietro e la tenne ferma, mentre la Madre cominciava ad aprire le pieghe del kimono della geisha all’altezza delle cosce. Mi aspettavo che Hatsumomo opponesse resistenza, ma non lo fece. Mi fissò con occhi di ghiaccio mentre la Madre sollevava il koshimaki e le allargava le ginocchia, dopo di che le infilò la mano fra le gambe. Quando la ritrasse, i polpastrelli erano bagnati. La Madre strofinò per un certo tempo il pollice contro le altre dita, poi le annusò. Subito dopo tirò indietro la mano e schiaffeggiò Hatsumomo, lasciandole sul volto una striscia umida».
La piccola Chiyo impara rapidamente le regole del gioco e dopo una serie impressionante di traversie arriva anche per lei l’ora del mizuage.
«Che cos’è che chiamiamo mizuage?»
«La prima volta in cui la cavità di una donna viene esplorata dall’anguilla di un uomo. È questo vuol dire che il termine mizuage».
Un momento importante per ogni donna, un momento importante e di passaggio per una geisha. Un momento che può diventare determinate per la vita stessa della comunità in cui si vive.
«Venni così a sapere che, un anno o due prima del mio arrivo a Gio, il Dottor Granchio aveva pagato una cifra record per il mizuage di Mameha: dai settemila agli ottomila yen […] Il mizuage di Mameha era stato così costoso a causa della sua notorietà; ma c’era stato anche un altro motivo, come mi spiegò quel pomeriggio. Due uomini molto ricchi avevano gareggiato l’uno contro l’altro per aggiudicarsi il suo mizuage».
Tra attese e scoperta della sessualità Chiyo, che nel frattempo è diventata Sayuri, diventa adulta.
La storia di ognuno di noi spesso è legata a piccoli episodi che cambiano la vita e così sarà anche per Chiyo/Sayuri. Il futuro le si presenta all’improvviso in una bella mattina di sole, in città: ha il profumo e le fattezze di un uomo. Un uomo gentile, importante e bello.
«[…] era la prima volta in vita mia che qualcuno mi baciava veramente […] Potete quindi immaginare come questo bacio, il primo vero bacio della mia vita, mi sembrasse la cosa più intima che avessi mai sperimentato […] Avvertii un sapore sconcertante, particolare, come quello di un frutto o di un dolce, e, quando l’ebbi gustato, le spalle mi si incurvarono e lo stomaco mi si gonfiò, perché per qualche incomprensibile motivo mi aveva richiamato alla mente una dozzina di scene diverse che nulla avevano a che vedere con ciò che mi stava accadendo».
Memorie di una geisha è un viaggio in un tempo che non c’è più, spazzato via dalla seconda guerra mondiale e dalla globalizzazione, quel fenomeno che tutto ingloba, trita e rende uguale. È una storia raccontata con precisione e dovizia di particolari tanto da farti sentire abitante dell’Okiya e partecipe della sua vita quotidiana. In prima fila al momento della vestizione quando la geisha indossa il kimono o dietro il paravento quando l’odore dei trucchi sale dalle narici su fino alla gola e la trasformazione è compiuta. Un viaggio di scoperta e di conoscenza. Un viaggio perfetto per questo tempo confuso e senza storia che stiamo attraversando.

(Ri_letture) - Grytzko Mascioni, Tempi supplementari, Bompiani 
(Ri_letture) – Eraldo Affinati, Peregrin d’amore, Mondadori

(Ri_letture) – Cinzia Tani, Lo stupore del mondo, Mondadori

(Ri_letture) – Antonio Cassano, Dico tutto, Rizzoli

(Ri_letture) – Enrico Palandri, I fratelli diversi, Bompiani
(Ri_letture) – Claudio Magris, Livelli di guardia, Garzanti
(Ri_letture) – Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, Mondadori
(Ri_letture) – Paolo Di Paolo, Dove eravate tutti, Feltrinelli
(Ri_letture) – Luciana Castellina, La scoperta del mondo, nottetempo
(Ri_letture) – Marisa Paolucci, Mafia cartoon, Ega
(Ri_letture) – Eraldo Affinati, Berlin, Rizzoli
(Ri_letture) – Nicola Lagioia, Riportando tutto a casa, Einaudi
(Ri_letture) – Pino Aprile, Terroni, Piemme
(Ri_letture) – Nada Malanima, Il mio cuore umano, Fazi
(Ri_letture) – Anilda Ibrahimi, Rosso come una sposa, Einaudi
(Ri_letture) – Erri De Luca, Montedidio, Feltrinelli
(Ri_letture) – Marco Mancassola, La vita erotica dei superuomini, Rizzoli


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